mercoledì 11 febbraio 2015

Di incubi e altri demoni

Alle 23 di una sera qualunque, in una camera buia in cui è stato vietato l'accesso ai felini (i quali, offesi, se la prendono l'uno con l'altro in un combattimento a catena degno di una Royal Rumble), i due umani chiudono gli occhi davanti al giorno trascorso.
Buonanotte e speriamo che stanotte si dorma.

All'una e mezzo mi sveglio di soprassalto per colpa di un incubo. La cartuccia della caraffa filtrante è terminata da giorni e il mio inconscio mi comunica che la morte sopraggiungerà a breve a causa della grave tossicità dell'acqua. Mi sveglio tachicardica, e so già che non potrò riprendere sonno fino a che non avrò fatto una ricerca su google, che difficilmente mi tranquillizzerà. Mi alzo per andare in bagno, accorgendomi che la lavatrice si è avviata e sta gocciolando impietosa sul pavimento. Asciugo, bestemmio, conto i felini e torno a dormire. 
A quel punto inizio a sognare che sono al lavoro e che si sta allagando tutto. Sono inspiegabilmente all'aperto, e inspiegabilmente lì c'è il mio letto che soccombe all'alta marea. Ancora più inspiegabilmente vengo duramente ripresa per aver lasciato il mio letto in balia delle onde, rendendo dunque inevitabile il mio licenziamento. Mi sveglio mentre nel sogno sto urlando che il mondo è ingiusto e che io sono una perfetta guardiana di letti. Sono le 3.50 del mattino, un ora che non dovrebbe neppure mai essere visualizzata sullo schermo di un cellulare.
Infastidita e di nuovo tachicardica per la rabbia, mi giro e rigiro nel letto imprecando contro la malasorte. Morfeo sta per accompagnarmi nel suo magico regno quando accanto a me sento urlare.
Lui si sveglia in affanno, io saluto Morfeo provando l'irresistibile impulso di spaccarmi il cranio contro la testata del letto.
"Ho avuto un terribile incubo" mi spiega. "Eravamo qui che dormivamo tranquilli quando improvvisamente tuo fratello entrava urlando iiiiiiiiiiiiiiiiiiiihhhhhh, c'è il sole!!." 
"Capisco, avrei urlato anche io".
"Oh no, non urlavo per quello. Ho urlato perché tu eri accanto a me e nello stesso tempo ti sentivo parlare in cucina. Mi si era duplicata la morosa, ero terrorizzato. Un  terribile, terribile incubo."

Mi farei delle domande, se all'insonnia persistente fosse sopravvissuto qualche neurone.

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